Foto di Caterina Amato
Caterina Amato Service & Experience Designer

Il problem solving è la mia passione. Ogni giorno mi impegno per cercare di comprendere i problemi degli utenti e ideare soluzioni che li aiutino nella loro quotidianità

Da grande volevo diventare un eroe.
Volevo diventare una di quelle persone che aiutano gli altri a vivere meglio.
La risposta mi sembrava dunque chiara: volevo diventare un medico.
Chi meglio di loro aiuta il mondo a stare meglio?
Mi convinco che quella sia la mia strada.

La prima porta in faccia la prendo quando il primo anno non supero il test di medicina. La seconda quando l’anno dopo supero il test. La terza quando scopro che anatomia e istologia non facevano proprio al caso mio. Ed è stato in quel momento, quando tutte le mie certezze si sono disintegrate e le mie convinzioni sfumate miseramente, che incontro casualmente il corso di Design del Prodotto Industriale di UNIBO.

Leggendo il piano didattico ne rimango subito fulminata e decido di iscrivermi, convinta che quella fosse la mia nuova strada da percorrere.

Dopo tre anni di progetti spaziali ma continue bocciature agli esami di modellazione 3D e disegno meccanico, capisco di essere profondamente innamorata della progettazione ma non di quella di oggetti. Non era ancora il sentiero giusto. Mancava qualcosa. Mancava l’eroismo.
Nella progettazione di prodotti e di arredi mancava quell’idea di recare realmente beneficio alle persone.

Ed è durante questo affannoso tentativo di trovare un connubio tra il mio amore per la progettazione e il mio sogno non ancora estinto di essere un eroe che incontro il Service Design.

Dopo essermi lasciata alle spalle il progetto di tesi di un sistema prodotto-servizio per prevenire e curare l’obesità negli animali domestici, durante il quale disegno meccanico e modelli 3D non mi hanno lasciato pace, ma grazie al quale mi avvicino alla progettazione di esperienze ed artefatti digitali, comincio un percorso di laurea magistrale in Advanced Design dei Servizi dove finalmente trovo la mia strada e capisco che tipo di eroe voglio diventare.

Ho scelto Tangible per il mio tirocinio curricolare magistrale perché fin dalla prima volta che ho visitato il suo sito sono rimasta ammaliata dal suo modo di lavorare, dal suo essere fresca e orientata all’innovazione e dai valori su cui si basa.
Tangible poi ha creduto in me e ha scelto di aiutarmi a diventare l’eroe che sogno di essere.

Non temete gente, i vostri problemi con pessime esperienze digitali saranno presto risolti, perchè ora ci sono io, la super experience designer del futuro! (O almeno mi piace crederlo.)

Non è difficile trovarmi nei momenti liberi con un pc, un controller o il mio smartphone tra le mani a giocare ai miei videogiochi preferiti.

Se non mi trovate lì probabilmente sono a coccolare il mio cane, a guardare i cartoni, a fare discoveries su Spotify, a leggere manga, a fare progetti per il futuro o a punzecchiare mia madre.



Domande?